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ChatGpt: il fallimento del preparatore atletico

  • Mercoledì 15 gennaio 2025

ChatGpt può davvero sostituire la figura del preparatore atletico?

È la domanda del momento in ambito sportivo.

Davvero ha ancora senso affidarsi a figure professionali a pagamento quando ormai è realtà ricevere una tabella personalizzata (ATTENZIONE NON INDIVIDUALIZZATA) in due secondi e pressochè gratuitamente?

Bene. Questa domanda sancisce il fallimento del preparatore atletico come figura professionale qualificata.
Non entrerò in merito alle implicazioni etiche di questo processo, ma vorrei sottoporre atleti e colleghi a qualche riflessione.

Quello descritto poc’anzi è uno scenario atroce senza innocenti e con soli colpevoli.

In primis uno Stato che per interessi economici “personali” non ha saputo (ndr voluto) riconoscere la figura professionale del preparatore atletico (PA), facendo sì che la qualità media delle competenze degli appartenenti a questa categoria sia di basso livello.
Eh sì perché agli occhi dello stato italiano che io sia laureato in scienze motorie, laureato nella scuola della vita, abbia fatto un corso full-immersion di un solo weekend o non abbia finito le scuole posso comunque svolgere questa professione. Sia chiaro lungi da me affermare la superiorità assoluta dei laureati, ma per lo meno se ci fosse un albo, vi sarebbe una certificazione riguardo le competenze, per lo meno accademiche, del professionista. Eppure questo sembra non interessare. Appare suscitare maggior interesse la monetizzazione dei corsi CONI, che con una regolarizzazione della figura professionale del chinesiologo perderebbe appeal, clienti e soldi. Tanti soldi.
Forse basterebbe guardare più lontano: istituire un albo con il vincolo di svolgere esami CONI come garanzia di aggiornamento, a scadenza annuale, per poter rimanere iscritti.

Ma, attenzione! Noi preparatori atletici non siamo vittime, siamo carnefici.

Non nascondiamoci dietro un dito.

Perché se agli occhi degli sportivi la qualità dei programmi di allenamento di ChatGpt è paragonabile o addirittura sovrapponibile a quella dei programmi elaborati da un professionista del settore, probabilmente è perché la qualità di questi ultimi è mediamente scarsa. Inoltre solitamente non vengono date le giuste e dovute spiegazioni riguardo le scelte prese nella redazione delle tabelle di allenamento facendo sì che la qualità percepita della persona cali.

Faccio esempi pratici.

Vi è mai capitato che il vostro preparatore non si limitasse a spedirvi la tabella una volta al mese, ma vi mandasse costantemente feedback sugli allenamenti richiedendo di ritorno un vostro feedback?
Il vostro preparatore atletico vi ha mai spiegato nel dettaglio il motivo per cui è importante eseguire dei test in laboratorio creando un vostro profilo metabolico e su quello poi incentrare un piano di allenamento personalizzato sugli obiettivi e individualizzato su voi stessi?
Purtroppo temo di conoscere la risposta. Che tristezza.

Cavalchiamo la cresta dell’onda parliamo del web.

In un video fatto da uno famoso youtuber italiano, quest’ultimo fa notare come l’IA abbia inserito praticamente i medesimi esercizi forniti dal suo PA, con solo una lieve differenza nelle ripetizioni; da 4x5 (scheda del preparatore) si è passati a 4x8 (IA). LIEVE? Non direi proprio perché tre ripetizioni di differenza su 4 serie fanno un volume totale sull’esercizio maggiore di 12 ripetizioni! Praticamente due serie e mezza in più per esercizio!!! Ciò si tramuta in un peggioramento della qualità delle singole ripetizioni, un maggior affaticamento metabolico, con strascichi e conseguenze sui giorni successivi di allenamento in bici. C’è un motivo se nelle tabelle di preparazione atletica in palestra, con focus sul ciclismo, ci si concentra sulle basse ripetizioni! Questo è per arginare il più possibile l’entrata in gioco della glicolisi a scopo energetico determinata dal metabolismo anaerobico lattacido. Inoltre facendo questo andremmo ad innescare processi ipertrofici francamente inutili a scopo ciclistico, mentre stando più bassi di volume (entro le 5 ripetizioni) il lavoro sarà circoscritto al metabolismo anaerobico a-lattacido con minor stress metabolico. Ma non solo. Anche il recupero è fondamentale. Recuperare due minuti o tre minuti tra le serie fa la differenza su quale metabolismo andremo ad attivare; infatti, se tenessimo un recupero troppo corto le scorte di fosfocreatina non farebbero in tempo a rimpinguarsi e saremmo costretti a fare affidamento sul metabolismo lattacido per sopperire al lavoro richiesto.

Ma questo le persone, giustamente, non lo sanno. Se noi preparatori atletici non ci ergessimo a figure superiori, non standardizzassimo il rapporto PA-atleta per risparmiare tempo, ma dialogassimo, ci confrontassimo con i nostri atleti, aumentando la nostra e loro consapevolezza riguardo i mezzi a disposizione, forse, il nostro lavoro (oggettivo e soggettivo) avrebbe un valore maggiore rispetto ad una tabella elaborata da un robot attingendo informazioni generiche dal web.

L’IA ha sancito il fallimento della nostra categoria semplicemente perchè, adagiandosi sulla comoda strada della standardizzazione degli schemi di lavoro, il preparatore ora si ritrova a combattere una battaglia persa in partenza contro i robot: la schematizzazione e la standardizzazione per eccellenza.
Le uniche armi che abbiamo per salvarci sono aumentare la credibilità della nostra categoria impegnandoci ad avere sempre maggiori skills e competenze, puntando sempre di più sull’individualizzazione (lo ripeto) nel rapporto professionista-atleta. L’individualizzazione e il rapporto umano sono le skills del futuro, che un robot mai potrà avere.

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