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DIETA CHETOGENICA E SPORT DI ENDURANCE
Di cosa si tratta?
La dieta chetogenica è un protocollo alimentare caratterizzato da:
• Basso contenuto calorico: < 800kcal
• Basso apporto di carboidrati: <20-30g al giorno
• Moderato apporto proteico: 1,4/1,5g per kg di peso corporeo al giorno
Questo schema mira a indurre lo stato metabolico di chetosi, in cui l’organismo produce e utilizza i corpi chetonici come fonte energetica alternativa al glucosio.
Ci sono due scopi principali per i quali la dieta chetogenica è stata ideata:
1. Il trattamento dell’epilessia
2. Il trattamento dell’obesità
Trattamento dell’epilessia
La dieta chetogenica è stata usata per trattare una varietà di condizioni cliniche, la più nota delle quali è l'epilessia infantile.
Già nel Medioevo si considerava l’uso del digiuno come trattamento per le convulsioni nei bambini. Tuttavia, nei primi anni del 1900 si capì che questo tipo di trattamento non poteva essere sostenuto per un periodo di tempo prolungato
Negli anni, diversi ricercatori hanno cercato di individuare un modo per emulare il digiuno, permettendo al contempo il consumo di cibo: capirono che una dieta ad alto contenuto di grassi, a basso contenuto di carboidrati e con la quantità minima di proteine necessaria per sostenere la crescita permetteva di ottenere risultati simili al digiuno nel trattamento delle convulsioni dei bambini per lunghi periodi.
Ciò ha portato allo sviluppo della dieta chetogenica originaria per il trattamento dell'epilessia nel 1921 dal Dr. Wilder.
La dieta chetogenica del Dr. Wilder controllava l'epilessia pediatrica in molti casi in cui farmaci e altri trattamenti avevano fallito.
Quando furono identificati nuovi farmaci anti-epilettici più efficaci, la dieta chetogenica fu utilizzata meno durante gli anni ‘30, ‘40 e ‘50.
Nel 1994, la dieta chetogenica come trattamento per l'epilessia è stata essenzialmente 'riscoperta’ grazie alla storia di Charlie, un bambino di 2 anni con convulsioni che non potevano essere controllate con farmaci o altri trattamenti, tra cui la chirurgia cerebrale.
Il padre di Charlie ha trovato riferimento alla dieta chetogenica nella letteratura e ha deciso di cercare maggiori informazioni, finendo al centro medico Johns Hopkins.
Grazie alla dieta chetogenica, le convulsioni di Charlie furono completamente controllate e il successo di tale approccio ha portato il padre di Charlie a creare la Charlie Foundation.
I meccanismi esatti di come funziona la dieta chetogenica per controllare l'epilessia sono ancora sconosciuti.
Trattamento dell’obesità
Inizialmente, per favorire la perdita di peso, alcuni soggetti obesi sono stati a digiuno per lunghi periodi di tempo (anche un anno) ricevendo nient'altro che acqua, vitamine e minerali. Alcune caratteristiche del digiuno come soppressione dell'appetito e il senso di benessere, rendevano il digiuno un approccio ancora più efficace per la perdita di peso. Il problema principale del digiuno completo è una grande perdita proteica dell’organismo, principalmente a carico del tessuto muscolare. Nei primi anni '70, è stato sviluppato un approccio alternativo al digiuno, chiamato Protein Sparing Modified Fast (PSMF).
Il PSMF garantisce proteine di alta qualità a livelli che impedirebbero che la maggior parte della massa muscolare venga persa senza interrompere i presunti effetti 'benefici' della chetosi: soppressione dell'appetito e l’utilizzo quasi totale del grasso corporeo e dei chetoni. Infatti, è ancora usato come approccio per trattare l'obesità severa sotto controllo medico.
Tuttavia la maggiore notorietà della dieta chetogenica come dieta dimagrante fu dovuta "alla rivoluzione di Dr. Atkins Diet" nei primi anni ‘70.
Contrariamente al semi-digiuno e alle diete chetogeniche a bassissime calorie, il Dr. Atkins suggeriva una dieta limitata solo nei carboidrati ma con proteine e grassi illimitati.
Per una serie di ragioni, molto probabilmente legate alle affermazioni non supportate (e insostenibili) fatte da Atkins, la sua dieta fu apertamente criticata dall'American Medical Association e la dieta chetogenica cadde nell'oscurità.
Diverse morti di soggetti che seguono un approccio detto ‘’the last chance diet" - una dieta liquida proteica di 300 calorie/die, hanno causato ancora più proteste contro le diete chetogeniche.
Da quel momento, la dieta chetogenica (conosciuta da questo tempo come la dieta di Atkins) scomparve facendo passare le diete high-carb e low fat promotrici di dimagrimento e buono stato di salute.
Recentemente c'è stata una rinascita nelle diete a basso contenuto di carboidrati, che vanno da scopi dimagranti a scopi terapeutici.
Oggi verso la dieta chetogenica esiste un odi-et-amo.
➢ La maggior parte delle critiche delle diete chetogeniche riguardano gli effetti negativi presunti come danni renali o epatici.
Ma ragioniamo...
I pazienti con epilessia pediatrica sono stati tenuti in chetosi per periodi fino a 3 anni, o addirittura oltre, con pochi effetti negativi.
Quando si parla di dimagrimento molti citano i sopracitati danni epatorenali, la chetoacidosi, la perdita del muscolo, ecc.
Ma se questi effetti collaterali accadessero realmente su tutti, dovremmo averli visti anche e soprattutto nei bambini epilettici sopra citati
È probabile che i bambini si adattino a una dieta chetogenica in modo diverso rispetto agli adulti, ma in ogni caso la maggior parte degli effetti collaterali attribuiti alle diete chetogeniche per la perdita di grasso non si manifestano quando la dieta viene utilizzata con cognizione di causa, su soggetti che possono tollerarla e che vengono monitorati.
Partiamo da zero, da dove attinge l’energia il nostro organismo?
Il corpo può attingere energia da 3 fonti:
1. Proteine, che possono essere convertite in glucosio nel fegato e utilizzate per l'energia.;
2. Carboidrati, che vengono immagazzinati principalmente come glicogeno nel muscolo e nel fegato.
3. Grasso corporeo tramite la produzione di chetoni
In condizioni di normo-alimentazione, i chetoni svolgono un ruolo trascurabile nella produzione di energia.
In condizioni fisiologiche, i tessuti del corpo utilizzano un determinato combustibile in proporzione alla sua concentrazione nel flusso sanguigno. Per esempio, in caso di un aumento della glicemia, il corpo utilizzerà preferibilmente glucosio.
Viceversa, quando la glicemia diminuisce, l’organismo utilizzerà sempre meno glucosio andando a consumare fonti di energia alternative quali proteine o grassi.
Se la disponibilità di glucosio è bassa, come nei primi giorni di digiuno, il corpo scompone le proprie riserve proteiche per produrre glucosio, col rischio di perdere massa muscolare.
Questo potrebbe indurre a pensare che le diete a basso contenuto di carboidrati siano cataboliche, ma se abbinate a un adeguato apporto proteico questo problema non si pone.
Nel digiuno o in una dieta chetogenica, i chetoni, derivati dall’ossidazione degli acidi grassi liberi, svolgono un ruolo cruciale nella produzione di energia, specialmente a livello cerebrale. Infatti, in situazioni in cui la disponibilità di glucosio è limitata, il cervello può ricavare fino al 75% del suo fabbisogno energetico totale dai corpi chetonici.
Ha senso adottare questo approccio per un atleta di endurance? Lo scopriremo nel prossimo articolo
Articolo a cura di
dott. Marco Colombo
Biologo nutrizionista